Viaggio a LIBESAAL
- FiammaArt
- 18 nov 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Artemisia aveva capelli rossi come il fuoco e occhi grandi pieni di curiosità. Quella sera, mentre il vento sfiorava le tende della sua finestra, le sembrò di vedere qualcosa brillare nel cielo. Era una stella cadente, ma non scomparve. No, si fermò a mezz’aria, pulsando come un cuore di luce. Artemisia sentì un sussurro, dolce come una melodia dimenticata: "Seguimi."

Prima che potesse rispondere, si trovò sollevata, come se il vento avesse deciso di portarla in alto. Chiuse gli occhi, ma solo per un istante, e quando li riaprì… era in un altro mondo.
Libesal era diverso da qualsiasi cosa avesse mai immaginato. Gli alberi erano altissimi, ma le loro chiome non erano verdi: erano fatte di minuscoli campanelli d’argento, e ogni soffio di vento creava un concerto delicato. Il cielo sopra di lei non era azzurro, ma un immenso oceano capovolto, dove nuotavano pesci fatti di luce che lasciavano scie luminose dietro di loro. Artemisia si strofinò gli occhi, incredula, e fece un passo avanti.
"Benvenuta a Libesal!" disse una voce squillante. Artemisia si voltò e vide una rana. Non una rana normale: indossava un cappello a cilindro e un piccolo frac, e si reggeva su un bastone di legno dorato.
"Ma tu… tu parli!" esclamò Artemisia, ridendo.
"Beh, certo. Chi non parla a Libesal?" ribatté la rana, saltando agilmente su un masso. "Vieni, devi vedere il resto."
Ogni cosa in Libesal sembrava fatta per stupire. Le montagne si piegavano per salutarla quando passava, le nuvole danzavano formando figure buffe, e i fiumi scivolavano verso l’alto, come se la gravità avesse deciso di riposarsi. Artemisia trovò un sentiero di sassolini danzanti, che si spostavano sotto i suoi piedi per condurla verso un lago scintillante.
Si affacciò sul lago, curiosa, e vide il suo riflesso. Ma qualcosa non andava: il riflesso la guardava con un sorriso furbo, poi le fece una linguaccia. "Ehi!" esclamò Artemisia, ridendo di gusto. Il riflesso scoppiò a ridere anche lui, prima di dissolversi in mille bolle colorate.
"Che posto incredibile," sussurrò Artemisia, sentendosi leggera come mai prima. Qui i pensieri non erano semplici idee: prendevano forma e si trasformavano in farfalle, aquiloni, persino in piccole stelle che brillavano per un attimo prima di sparire. Artemisia si sedette sull’erba, che era morbida come una coperta, e osservò tutto intorno a sé. Libesal era un luogo senza tempo, dove nulla era come sembrava, eppure tutto aveva un senso speciale.
"Ricorda, Artemisia," disse la rana prima di andarsene con un salto, "Libesal vive nei tuoi pensieri. Finché sogni, puoi tornarci."
Quando si svegliò nel suo letto, con il sole che filtrava dalla finestra, Artemisia pensò per un momento che fosse stato tutto un sogno. Ma stringeva ancora nella mano un piccolo campanello d’argento. Lo scosse piano, e il tintinnio dolce la fece sorridere.
Da quel giorno, ogni volta che chiudeva gli occhi, ritrovava Libesal: un mondo di magia, risate e meraviglia, dove tutto era possibile.
Fiamma Paganelli and AI
Commenti